Gli aumenti stipendiali per i lavoratori degli enti territoriali si scontrano con il rispetto dei vecchi vincoli normativi e di bilancio e con un’interpretazione delle nuove disposizioni le cui modalità operative rimangono ancora tutte da chiarire.
Con l’emendamento introdotto in conversione al decreto P.A. (D.L. n. 25/2025), infatti, si permette agli enti territoriali di aumentare, in deroga al tetto del 2016, il fondo per le risorse decentrate fino a fargli raggiungere un’incidenza pari al 48% della spesa per gli stipendi tabellari del 2023. Questo in riferimento alla sua parte stabile sommata con le risorse destinate alle elevate qualificazioni.
In questo caso, il trattamento accessorio potrebbe addirittura duplicarsi e si armonizzerebbero le retribuzioni negli enti locali con quelle dei comparti più ricchi.
Tuttavia, l’applicazione di questa enorme disponibilità deve fare i conti:
- con i vecchi vincoli normativi e di bilancio;
- con l’interpretazione del testo.
Aumenti stipendiali: come beneficiarne nonostante i vincoli normativi e di bilancio
In primo luogo, la novità è riservata agli enti virtuosi, cioè quegli enti che hanno un rapporto tra spese di personale ed entrate correnti dell’ultimo triennio inferiori al primo valore soglia (art. 33, D.L. n. 34/2019). Per gli altri, il beneficio potrebbe essere marginale, poiché non possono incrementare il rapporto: chi supera il secondo valore soglia, infatti, dovrebbe addirittura ridurlo, ma anche per i migliori l’incremento dell’accessorio potrà estendersi solo entro questo limite.
Il beneficio sugli stipendi, inoltre, sarà a scapito delle nuove assunzioni: la spesa di personale, infatti, dovrà rientrare nell’ambito del tetto storico pari alla media del triennio 2011-2013, oppure al 2008 per gli enti più piccoli (co. 557-562, Legge n. 296/2006).
L’emendamento non fa riferimento a deroghe esplicite a tali vincoli e, di conseguenza, questo apre a letture restrittive da parte della Corte dei Conti.
Il rispetto di questi vincoli, pertanto, ben difficilmente consentirà di raggiungere il 48% del tabellare.
Il secondo scoglio da superare è rappresentato dalla lettura di una norma che presenta problemi interpretativi bisognosi di chiarimenti istituzionali poiché:
- da una parte la formula è chiara e le risorse stabili aumentate del budget delle E.Q. possono arrivare al 48% del tabellare 2023;
- dall’altra le modalità operative rimangono ancora tutte da chiarire.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 28/04/2025 n. 116 pag. 27 “Sblocca stipendi, sugli aumenti l’incognita dei vecchi tetti di spesa”
Autore: Tiziano Grandelli Mirco Zamberlan