Tra le norme varate dal Parlamento prima della pausa estiva fa discutere lo stop al conferimento di incarichi, da parte della p.a., ai futuri pensionati attivi iscritti agli ordini e assicurati presso gli Enti di previdenza privati.
Infatti, il D.L. n. 63/2024 ha eliminato il divieto di attribuire mansioni ai professionisti che percepiscono l’assegno.
Ma è bene evidenziare che la chance è stata circoscritta a quanti ricevono trattamenti decorrenti dalla data antecedente l’entrata in vigore del provvedimento, convertito nella Legge n. 101/2024 del 12 luglio scorso.
Pertanto, tale opportunità è negata a chi ha raggiunto i requisiti per ottenere la prestazione alla metà di luglio, nonché a chi, un domani, ne avrà diritto.
Chi, in particolare, ha posto l’attenzione sul divieto di attribuire incarichi pubblici ai professionisti in pensione?
A porre l’accento sulla faccenda è stato il presidente della Cassa dottori commercialisti (Cdc), Stefano Distilli.
In particolare, ha precisato come la proibizione interessi “molti colleghi, soprattutto pensionati in vecchiaia anticipata che percepiranno trattamenti piuttosto ridotti, calcolati col sistema contributivo, e che continuano a esercitare la professione” specie nel pubblico.
L’auspicio, chiosa Distilli, è che la questione si risolva in via generale per il bene dei tanti dottori commercialisti in quiescenza.
Soprattutto per coloro che vogliono lavorare per tutta la Pubblica amministrazione, incluse le società partecipate.
Fonte: Italia Oggi n. 238 del 09/10/2024 pag. 39
Autore: Simona D’Alessio