Il nuovo Ccnl delle Funzioni centrali, apripista per quello degli enti locali, porta con sé una problematica piuttosto rilevante. La spesa per gli arretrati, infatti, potrebbe avere conseguenze negative per le assunzioni nelle amministrazioni locali.
Con i rinnovi contrattuali, i comuni saranno chiamati, nel 2022, a corrispondere cospicue somme legate agli arretrati, appesantendo in modo significativo la spesa di personale. Ciò potrebbe avere conseguenze negative sul rispetto dei parametri imposti dal D.M. 17 marzo 2020, attuativo delle regole assunzionali dettate dall’art. 33, co. 2 del D.L. n. 34/2019.
Cosa significa per le assunzioni negli enti locali quanto previsto nel nuovo CCNL Funzioni centrali?
Molti enti potrebbero avere una contrazione dei maggiori spazi assunzionali altrimenti disponibili; altri potrebbero avere conseguenze ancora peggiori.
I comuni cosiddetti virtuosi, infatti, potrebbero dover semplicemente rinviare le assunzioni già programmate; gli altri, come ad esempio quelli nella fascia intermedia, avranno invece difficoltà a garantire il rispetto del rapporto tra la spesa di personale e le entrate correnti registrato nell’ultimo rendiconto, con una notevole contrazione degli spazi assunzionali.
L’art. 2 del D.M. 17 marzo 2020 fornisce una nozione così ampia di spesa del personale da non consentire alcun tipo di esclusione. Le uniche eccezioni sono costituite dall’Irap e dalla deroga introdotta per la spesa etero-finanziata e correlata alle assunzioni previste da norme (vedi art. 57, co. 3-septies, D.L. n. 104/2020).
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Fonte: Il Sole 24 Ore n. 314 del 15/11/2021 pag. 31 “Comuni, il nuovo contratto schiaccia le assunzioni 2022”
Autore: Gianluca Bertagna e Davide D’Alfonso