La mobilità
Personale Enti Locali

Mobilità prima dei concorsi

La mobilità prima dei concorsi a partire dal 1° gennaio.

Il 31 dicembre, infatti, scade la facoltà di non far precedere i concorsi dalle procedure di mobilità volontaria.

Quindi, dal prossimo anno scade la chance prevista dall’art. 3, comma 8, della Legge n. 56/2019.

La “legge concretezza” stabiliva che “al fine di ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego, fino al 31 dicembre 2024, le procedure concorsuali bandite dalle pubbliche amministrazioni … e le conseguenti assunzioni possono essere effettuate senza il previo svolgimento delle procedure previste dall’articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001”.

La norma è esplicitamente finalizzata alla riduzione delle tempistiche del reclutamento, ed infatti, a tale scopo, si è introdotto il portale InPa e la regolazione dell’informatizzazione dei concorsi.

La mobilità non riduce i tempi di reclutamento

Infatti, va pubblicato (sul portale InPa), per almeno a 30 giorni, un bando in cui sono indicati i posti che le p.a. intendono ricoprire attraverso passaggio diretto di personale di altre p.a., con indicazione dei requisiti da possedere.

Servono poi i tempi necessari per esaminare domande e curriculum, effettuare i colloqui, decidere se e chi selezionare.

Se la procedura non va a buon fine e se non si riesce a selezionare una figura ritenuta idonea, il rischio è di impiegare molti mesi, prima di partire col concorso vero e proprio.

L’art. 30, comma 2-bis, del D.Lgs. n. 165/2001, nello stabilire che le procedure concorsuali debbano seguire alla mobilità volontaria intende perseguire un obiettivo di razionalizzazione organizzativa e di tenuta sotto controllo dei conti pubblici.

La mobilità, infatti, non comporta nuova spesa per la pubblica amministrazione.

Tuttavia, ripartire con la mobilità volontaria come presupposto per i concorsi non solo rallenta il reclutamento, ma è anche in contrasto con l’obiettivo di acquisire nuove competenze e di ringiovanire i ruoli.

Il ripristino della mobilità come presupposto dei concorsi, inoltre, mette gli enti a serio rischio di perdere molti dipendenti, con conseguente difficoltà nel sostituirli.

Infatti, se sarà confermato il ripristino, nel 2025, del tetto al turn over nel 75% della spesa del personale cessato nel 2024, gli enti rischiano di veder fuoriuscire in mobilità molto personale con poche possibilità di coprire i buchi che si creano negli organici.

Per saperne di più su questo e altri argomenti consulta gli articoli che trovi qui

Fonte: Italia Oggi n. 294 del 13/12/2024 pag. 35
Autore: Luigi Oliveri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.