Il Consiglio di Stato ha reso il parere sullo schema di dpr attuativo del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione.Il Consiglio di Stato evidenzia molte correzioni da apportare al decreto, che non attua, secondo i giudici, gli obiettivi di semplificazione e quindi, in sostanza, di riforma previsti dal PNRR (Milestone M1C1-56 Riforma 1.9 – Riforma della pubblica amministrazione).
Nel parere n. 506 del 2 marzo 2022, il Consiglio di stato, Sezione consultiva per gli atti normativi, così si esprime in conclusione dell’esame del testo:
“la Sezione ritiene di poter esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante “Individuazione e abrogazione degli adempimenti relativi ai Piani assorbiti dal Piano integrato di attività e organizzazione ai sensi dell’articolo 6, comma 5, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113,”, a condizione che sia riformulato nel senso dianzi esposto e nel presupposto di una sua integrazione, di natura normativa, con il decreto ministeriale“.
Si tratta di una vera e propria bocciatura del dpr attuativo del Piao, Piano integrato di attività e organizzazione.
Il Consiglio di stato sottolinea quale sia il rischio principale del Piao: “non deve costituire (e questo è chiaro, nelle intenzioni del legislatore) ciò che nella pratica internazionale viene definito un ulteriore “layer of bureaucracy”, ovvero un adempimento formale aggiuntivo entro il quale i precedenti piani vanno semplicemente a giustapporsi, mantenendo sostanzialmente intatte, salvo qualche piccola riduzione, le diverse modalità di redazione (compresa la separazione tra i diversi responsabili) e sovrapponendo l’ulteriore onere di ricomporli nel più generale Piao.
Quali sono i rilievi mossi dal Consiglio di Stato sul dpr attuativo del Piao, Piano integrato di attività e organizzazione?
Le riformulazioni suggerite da Palazzo Spada sono molte e finalizzate a scongiurare l’adozione di un decreto privo dell’effettiva forza semplificatrice prevista dalla norma.
Il Consiglio di stato qualifica lo schema di decreto come troppo “conservativo”, non in grado, cioè, di indicare in modo ampio le norme ed i conseguenti adempimenti da abolire e ridurre.
Le abrogazioni, in particolare, “non sono uniformi per tutti i piani dei quali si prevede l’assorbimento nel Piao”:
- per i piani della performance, lo schema di dpr non riesce ad armonizzare la disciplina generale con quella specifica prevista per gli enti locali. Il decreto inoltre non individua compiutamente le numerose norme primarie “dal codice dei contratti pubblici alle disposizioni per le stabilizzazioni finanziarie, al codice dell’amministrazione digitale, per ricordarne qui solo alcune” che richiamano la performance. Il Consiglio di stato invita quindi ad adottare una clausola di abolizione generale;
- per il piano dei fabbisogni del personale, Palazzo Spada nota che lo schema di decreto prevede solo l’abolizione delle regole procedurali per la sua approvazione, lasciando intatto, invece, l’insieme delle disposizioni relative ai contenuti. In sostanza, il Piao si limita ad assemblarlo come suo capitolo o paragrafo;
- per il piano triennale di prevenzione della corruzione, il Piao deve chiarire meglio le norme soppresse e da sopprimere.
Conclusivamente, il Consiglio di stato evidenzia un quadro estremamente problematico; pertanto converrebbe ripartire da zero e produrre un decreto realmente capace di fare del Piao uno strumento di vera semplificazione.
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Fonte: Italia Oggi n. 53 del 04/03/2022 pag. 34
Autore: Luigi Oliveri