Il Consiglio di Stato ha trasmesso a Palazzo Chigi lo schema del nuovo codice appalti, rispettando il termine previsto per la consegna dello schema di decreto legislativo il 20 ottobre 2022. Come sappiamo l’attuale codice è il D.Lgs. n. 50/2016.
Il testo, con le eventuali modifiche apportate dal nuovo Governo, dovrà essere trasmesso alla conferenza unificata Stato-regioni-città, prima di passare all’esame del Consiglio dei ministri. A quel punto, dopo essere stato adottato in prima lettura dal Cdm, il provvedimento dovrà ottenere il parere delle Camere, in caso di parere anche parzialmente negativo delle commissioni competenti per eccesso di delega. Gli step successivi sono:
- la seconda approvazione in Cdm;
- la firma del Capo dello Stato;
- la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Tali passaggi dovranno essere portati a termine entro il 31 marzo 2023, che rappresenta il termine fissato dal Pnrr per l’approvazione della riforma.
Le novità del nuovo codice appalti
Il testo predisposto dalla Commissione, suddiviso in sei libri, introduce numerose novità. Il codice, al posto di regolamenti, linee guida e altri provvedimenti di secondo livello, contiene alcuni allegati che svolgono la stessa funzione di guideline applicative delle norme. Tutto ciò rende il codice di fatto autoattuativo. Gli allegati, che avranno inizialmente valore di legge, saranno immediatamente delegificati, consentendo in futuro di modificarli con norma regolamentare.
Le altre novità riguardano:
- la reintroduzione della revisione prezzi;
- la soppressione del livello di progettazione definitiva;
- l’ammissibilità del subappalto a cascata;
- l’aumento della digitalizzazione;
- la maggiore possibilità di introdurre varianti in corso d’opera.
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Fonte: Il Sole 24 Ore n. 290 del 21/10/2022
Autore: Giorgio Santilli