Personale Enti Locali

Pa, competenze con premi in busta

Con i nuovi contratti nazionali, le cui bozze sono attualmente in discussione ed anticipano, nella parte normativa, le regole che torneranno anche negli altri settori della P.a., le buste paga dei dipendenti pubblici potranno crescere grazie ai “differenziali stipendiali” che dovranno premiare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni. Il testo preparato dall’Aran ridisegna la gerarchia dei dipendenti, distribuendoli in quattro aree, per cui, dal basso verso l’alto, le amministrazioni saranno divise nei livelli di operatori, assistenti, funzionari ed alte professionalità.

Le norme sul ripensamento degli ordinamenti professionali del pubblico impiego sono i punti cardine del nuovo contratto, insieme alla disciplina a regime dello Smart Working, e comprendono soprattutto quelle decise con il D.L. n. 80/2021, c.d. Reclutamento, che semplificano le promozioni all’interno delle amministrazioni pubbliche. Le attese, invece, si concentrano soprattutto sulla Legge di bilancio, che dovrà finanziare con nuove risorse la revisione degli ordinamenti.

La leva contrattuale costruita per rendere più attrattiva la P.a. ed attivare la possibilità di nuovi percorsi di carriera è rappresentata dal meccanismo dei “differenziali stipendiali”, uno strumento che si tradurrà in incrementi fissi mensili sul tabellare differenziati a seconda dell’area di appartenenza attraverso procedure selettive di area a cui potrà partecipare chi negli ultimi anni non ha ottenuto progressioni, a patto di non essere incappato in procedimenti disciplinari negli ultimi 3 anni. La graduatoria delle procedure selettive sarà stilata in base alla media dei punteggi ottenuti dal dipendente nelle ultime 3 valutazioni individuali annuali, con un correttivo che potrà essere inserito dai contratti integrativi. In caso di passaggio all’area successiva, i differenziali decadrebbero, mentre le vecchie progressioni ottenute fin qui sarebbero consolidate nella voce del “salario di professionalità”. L’efficacia operativa delle previsioni della bozza di contratto dipenderà dalla traduzione in cifre di questi “differenziali stipendiali” e dei parametri per la valutazione individuale. Inoltre, bisognerà fare i conti con i limiti posti al superamento del blocco dei fondi per il salario accessorio, che la contrattazione può portare avanti solo “nei limiti delle risorse destinate a tale finalità” (art. 3, co. 2, D.L. n. 80/2021).

Infine, per entrare nell’area delle “alte professionalità” occorrerà una laurea magistrale “accompagnata, di norma, da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali”. Nelle intenzioni quest’area comincerà ad essere popolata dagli specialisti assunti per il Pnrr, come prima tappa di una carriera verso una dirigenza tecnica ricostruita.

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