contributi Inps arretrati
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L’Inps ora chiede i contributi arretrati di 30 anni fa

L’Inps invia alle pubbliche amministrazioni le comunicazioni di debito per gli omessi versamenti dei contributi arretrati, anche di 30 anni fa.

Nel 1995, la riforma Dini ha introdotto il termine di prescrizione anche per la gestione previdenziale dei dipendenti pubblici.

Dopo 5 anni l’istituto di previdenza non vantava alcun credito e per questo motivo, con la “non applicabilità” del termine prescrizionale, la norma ha disposto la proroga di anno in anno fino al 31 dicembre 2022.

Qual è la causa della richiesta dei contributi Inps arretrati?

La richiesta per omessi versamenti nasce dal fatto che gli archivi Inps sono stati alimentati nel tempo con diverse modalità.

Tale modus operandi ha creato una banca dati confusionaria e di difficile attendibilità.

Sulla base di questi archivi l’Inps emette ora gli avvisi di debito ogni volta che non riesce a incrociare gli importi versati con quelli dovuti.

Nelle comunicazioni di debito, a fronte di retribuzioni imponibili determinate dall’Inps, sono ricalcolati i contributi suddivisi per anno e per dipendente, e, nel caso di mancata coincidenza con quelli versati, si pone a carico dell’amministrazione la differenza.

Di conseguenza, contro gli avvisi, le Pubbliche Amministrazioni hanno tre alternative a disposizione:

  • devono adeguarsi alle richieste e procedere con il versamento (la soluzione maggiormente consigliata);
  • possono presentare un eventuale ricorso amministrativo entro 30 giorni dal ricevimento dell’atto;
  • devono attendere l’iscrizione a ruolo e ricorrere davanti al giudice del lavoro.

Per saperne di più su questo e altri argomenti consulta gli articoli che trovi qui

Fonte: Il Sole 24 Ore n. 140 del 23/05/2022 pag. 27
Autori: Tiziano Grandelli    Mirco Zamberlan

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