Gli incarichi a contratto sono legittimi solo se viene dimostrata e motivata l’assenza di adeguate professionalità nell’organico.
Il Consiglio di stato, con sentenza n. 3717/2024, conferma la necessità di applicare agli incarichi a contratto degli enti locali l’art. 110 del TUEL ed anche le disposizioni dell’art. 19, co. 6 del D.Lgs. n. 165/2001.
I giudici affermano che “anche per le determinazioni applicative dell’art. 110, v’è un obbligo di specifica motivazione della scelta, che comporta l’indicazione dei presupposti per l’attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti esterni, fra cui il conferimento a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione”.
Il riferimento a tale motivazione si trova nel testo dell’art. 19, co. 6 del D.Lgs. n. 165/2001, che estende immediatamente e direttamente il proprio contenuto precettivo all’ordinamento del personale locale.
Nel caso di specie, cosa ha determinato, invece, l’illegittimità degli incarichi a contratto?
Nella circostanza in esame, l’ente ha attivato gli incarichi a contratto con esterni senza tenere conto dell’esistenza, nell’organico comunale, di dipendenti con qualifica contrattuale necessaria e competenze tali da essere meritevoli dell’incarico.
Di conseguenza, tali incarichi sono stati ritenuti illegittimi.
L’ente ha agito con l’idea secondo la quale le amministrazioni possono liberamente scegliere di coprire un certo fabbisogno di soggetti da preporre ai vertici organizzativi mediante assunzioni a tempo indeterminato, oppure mediante incarichi a contratto.
Inoltre, ulteriore convinzione è che l’art. 110 del TUEL si applica senza tener conto di quanto dispone l’art. 19, co. 6 del D.Lgs. n. 165/2001.
In conclusione, i giudici di Palazzo Spada hanno confermato che è necessario verificare l’assenza delle professionalità nella dotazione.
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Fonte: Italia Oggi n. 110 del 10/05/2024 pag. 35 “Comuni, incarichi a contratto cum grano salis”
Autore: Luigi Oliveri
