La Camera ha approvato il testo definitivo della legge delega per la riforma degli appalti.
Il testo, ormai definitivo, deve ora tornare al Senato per una rapida ratifica e senza ulteriori correzioni.
Il provvedimento definisce una griglia di 31 criteri di delega.
Il governo dovrà rispettare nella stesura del nuovo codice degli appalti i suddetti criteri.
Prima di tutto, i principi ispiratori della riforma degli appalti sono:
- la semplificazione;
- la riduzione dei livelli di progettazione;
- il superamento del gold plating, con un maggiore allineamento alle direttive Ue.
In aggiunta, la tempistica dettata dal Pnrr potrebbe definire la seguente road map:
- 30 giugno 2022 approvazione della legge delega;
- 31 marzo 2023 approvazione del codice;
- 30 giugno 2023 approvazione del regolamento e degli altri provvedimenti attuativi.
Quali sono le direttrici della riforma degli appalti?
Innanzitutto, la riforma degli appalti mira a garantire una maggiore tutela alle micro, piccole e medie imprese.
Per risolvere la scarsa partecipazione delle Pmi alle gare, le Pa saranno tenute a procedere con una suddivisione in lotti ed a fornire una adeguata motivazione in caso di accorpamenti non fisiologici.
Viene previsto, inoltre, l’inserimento di criteri premiali nei bandi, per favorire aggregazioni tra Pmi.
Un secondo aspetto è il ritorno della revisione prezzi.
La norma del codice varrà anche per le situazioni ordinarie del dopo-emergenza.
La clausola di revisione prezzi dovrà essere inserita obbligatoriamente nei bandi
È prevista la riduzione del numero delle stazioni appaltanti ed il rafforzamento della qualificazione.
Un altro argomento riguarda il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Di conseguenza, è prevista una «revisione delle competenze dell’Autorità nazionale anticorruzione in materia di contratti pubblici, al fine di rafforzarne le funzioni di vigilanza sul settore e di supporto alle stazioni appaltanti».
In conclusione, la riforma degli appalti mira a porre un freno all’appalto integrato.
Tale tipologia di appalto consente alla stazione appaltante di affidare allo stesso appaltatore la stesura del progetto e la realizzazione dei lavori.
Tale decisione del Governo di affidare la stesura della riforma degli appalti al Consiglio di Stato è destinata a far discutere.
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Fonte: Il Sole 24 Ore n. 142 del 25/05/2022 pag. 2 “Ecco come cambiano le regole degli appalti Salgono a 31 i criteri per il nuovo codice”
Autori: Giorgio Santilli