Mobilità volontaria: il decreto fiscale cancella i dubbi

Il Governo, con il decreto legge fiscale, è intervenuto per chiarire l’effettiva portata delle nuove regole sulla mobilità volontaria  introdotte dal decreto Reclutamento per i Comuni con meno di 100 dipendenti.

L’esecutivo, accogliendo l’istanza dell’ANCI, ha inserito nel testo del dl fiscale, approvato il 15 ottobre scorso,una nuova disposizione l’articolo 14, con cui viene prevista una rilevante modifica ai commi 1 e 1.1. dell’art. 30 del D.Lgs. n. 165/2001.

Una modifica normativa importante che regola il nuovo istituto della mobilità volontaria.

Va ricordato  che l’articolo 3 del D. L. n. 80/2021, il decreto Reclutamento ha eliminato il nulla osta preventivo per gli spostamenti tramite mobilità dei dipendenti della pubblica amministrazione.

Per gli enti locali, però, in sede di conversione, è stato introdotto il comma 1.1. direttamente all’art. 30 del Testo unico sul pubblico impiego.

Si tratta di una disposizione  finalizzata a prevedere percentuali specifiche per il calcolo dello scarto tra dipendenti in servizio e dotazione organica al fine di non bloccare il normale svolgimento delle attività amministrative.

La norma ha precisato che le “disposizioni di cui al comma 1 non si applicano agli enti locali con un numero di dipendenti a tempo indeterminato non superiore a 100”.

Così formulata, la disposizione, però, ha alimentato dubbi sull’inapplicabilità dell’intero comma 1, che lo precede, agli enti locali con meno di 100 dipendenti; di conseguenza, è stata ritenuta possibile una estromissione di questi stessi enti dall’applicazione dell’istituto della mobilità volontaria (sia in uscita, che in ingresso).

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