Appalti pubblici: il MIMS sugli affidamenti diretti

Il servizio giuridico del Mims risponde ad un quesito concernente la disciplina derivante dall’approvazione della legge di conversione del D.L. 77/2021 in materia di affidamenti diretti.

Il quesito, posto da una stazione appaltante, riguarda la modifica apportata, in sede di conversione, all’art. 51 comma 1, lett. a), del D.L. 77/2021, avente ad oggetto la richiesta agli operatori economici di documentare, ai fini dell’affidamento diretto, “esperienze analoghe a quelle oggetto di affidamento” come criterio di (minima) selezione degli affidari. Si ricorda, infatti, che la norma originariamente prevedeva solo l’innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti da 75.000 a 139.000, mentre in sede di conversione è stato introdotto il suddetto riferimento alle modalità di selezione degli affidatari.

Tornando al quesito è stato chiesto al Mims, in particolare, se il riferimento alle “esperienze analoghe a quelle oggetto di affidamento” debba intendersi al possesso di una particolare capacità tecnica, ai sensi dell’art. 83 del Codice dei contratti e riguardi tutti gli affidamenti diretti disposti dalla stazione appaltante di importo inferiore a 139.000 euro, oppure soltanto ai contratti di importo compreso tra i 75.000 e i 139.000 euro.

Rispetto al contenuto della norma, per il Ministero “appare corretto il riferimento ai requisiti di capacità tecnica e professionale di cui all’art. 83, co. 1, lettera c), del Codice”, con esclusione, ovviamente, di quelli di capacità economica posto che l’esperienza viene misurata rispetto ai profili qualitativi di quanto svolto in precedenza.

In secondo luogo, il Ministero ha chiarito che la norma si applica a tutti gli affidamenti, indipendentemente dall’importo.

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