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Contabilità Enti Locali

Manovra, enti locali alla prova delle novità sui bilanci

La legge n. 207/2024 entrata in vigore il 1° gennaio 2025, ha modificato in maniera significativa il quadro normativo che regola i bilanci degli enti locali.

Per chi ha già approvato il documento entro il 31 dicembre si apre la strada ad una manovra correttiva.

Invece, chi sfrutta la proroga al 28 febbraio per l’approvazione (Dm interno del 24 dicembre 2024) dovrà tenere conto delle novità già in sede di formazione del bilancio.

Nello specifico, i commi 786-790 della legge n. 207/2024 prevedono un accantonamento obbligatorio di risorse a titolo di nuovo contributo alla finanza pubblica.

Tale contributo per il 2025 ammonta a 570 milioni per l’intero comparto delle autonomie territoriali e sale a 1.570 milioni per il 2026 e 2027.

Il decreto ministeriale di quantificazione del contributo è atteso entro fine gennaio (per gli enti locali) ed entro fine febbraio (per le regioni e province autonome).

È bene sottolineare che nei successivi 30gg gli enti dovranno destinare in bilancio il fondo, da finanziare con risorse di parte corrente.

A fine esercizio le risorse confluiranno nel risultato di amministrazione per essere ridestinate a nuovi investimenti ovvero, per gli enti in deficit, a riduzione del disavanzo.

Che tipo di sacrificio è richiesto agli enti locali?

Agli enti locali il sacrificio richiesto è pari, per il 2025, allo 0,37% degli impegni di spesa correnti risultanti dall’ultimo rendiconto approvato al netto della missione 12, degli interessi passivi e della spesa per il servizio rifiuti e sale allo 0,74% per i due anni successivi.

La legge di bilancio stanzia – per gli statali – 1,775 miliardi per il 2025, che salgono a 3,55 miliardi per il 2026 e arrivano a 5,55 miliardi a regime dal 2027.

Tali risorse sono funzionali a garantire un incremento delle retribuzioni rispettivamente pari all’1,8%, 3,6% e 5,4%.

Questi fondi si aggiungono a quelli indispensabili per garantire il rinnovo del contratto 2022-2024 atteso nei prossimi mesi.

Il rinnovo, infatti, pesa per il 5,78% di incremento a regime, comprensivo dell’anticipo dei benefici contrattuali riconosciuto nel 2024.

Entro il 15 aprile 2025, i comuni che hanno applicato il tributo per fasce dovranno decidere se recepire anche a livello di addizionale comunale la riduzione a 3 degli scaglioni Irpef o invece rinviare al 2026 (o 2027) tale modifica.

Per tutti si pone il tema del minor gettito derivante dalla revisione delle detrazioni e dalla conferma del cuneo fiscale.

Infine, con una norma di interpretazione autentica affidata al nuovo comma 1091-bis della legge n. 145/2018, viene aperta la via per la liquidazione degli incentivi all’ufficio tributi sulle somme complessivamente riscosse a titolo di lotta all’evasione Imu e Tari, sia in conto competenza che in conto residui.

Pertanto, i comuni dovranno tenerne conto nella costruzione dei relativi stanziamenti di bilancio.

Per saperne di più su questo e altri argomenti consulta gli articoli che trovi qui

Fonte: Ntplusentilocaliedilizia del 13/01/2025
Autore: Elena Masini

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