Il ddl di bilancio 2024 prevede un “sacrificio” da 250 milioni di Euro per il comparto degli enti locali.
Il contributo verrà richiesto dal prossimo anno e riguarda ciascuna annualità dal 2024 al 2028.
A causa di ciò, le nuove disposizioni pretendono dai Comuni l’importo maggiore (200 mln) e dalle Province e Città metropolitane il resto (50 mln).
Pertanto, la manovra richiede un contributo alla finanza pubblica che sarà ripartito su ogni ente in proporzione alla spesa corrente impegnata nell’ultimo rendiconto approvato, dedotta la spesa sociale e tenuto conto del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Tuttavia, i Comuni non dovranno versare nulla, dal momento che l’importo del contributo alla finanza pubblica sarà trattenuto direttamente dal Ministero dell’Interno a valere sulle somme spettanti a ciascun ente.
In cosa consiste il contributo?
Più specificatamente, il contributo previsto dal ddl di bilancio 2024 va calcolato in proporzione agli impegni di spesa corrente, al netto della spesa della Missione 12: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, come risultanti dal rendiconto di gestione 2022 (o, in mancanza, dall’ultimo rendiconto approvato) e tenuto conto delle risorse Pnrr assegnate a ciascun ente alla data del 31 dicembre 2023.
Ed inoltre, gli enti non soggetto al taglio sono:
– quelli in dissesto finanziario, in base all’articolo 244 del Tuel;
– quelli in procedura di riequilibrio finanziario alla data del 1° gennaio 2024;
– quelli che hanno sottoscritto gli accordi per il risanamento previsti dall’articolo 1, comma 572, della Legge n. 234/2021 e dall’ articolo 43, comma 2, del D.L. n. 50/2022.
Ed infine, il contributo non taglia le entrate di competenza, ma va iscritto fra le uscite; in questo modo si evita di impattare sul parametro per le capacità assunzionali degli enti locali.
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Fonte: Il Sole 24 Ore n. 306 del 06/11/2023 pag. 31
Autori: Elena Brunetto Patrizia Ruffini
